Rina Faccio nasce ad Alessandria il 14 agosto 1876. Dopo essersi trasferita, nel 1879, a Milano, nel 1893 si sposa con Ulderico Pierangeli, da cui due anni dopo avrà un figlio. Tra il 1899 e il 1900, inizia a scrivere per alcuni periodici milanesi, arrivando a dirigere il settimanale socialista «Italia femminista». Nel 1901, abbandona marito e figlio, iniziando un nuovo capitolo della sua vita, sancito anche dallo pseudonimo Sibilla Aleramo, per lei coniato da Giovanni Cena, allora caporedattore della «Nuova Antologia». Nel 1906, esce il romanzo autobiografico Una donna, che riscuote un immediato successo e viene tradotto in varie lingue. Ha inizio un lungo girovagare, tipico della sua indole zingaresca, di donna – come lei amava definirsi – «senza nome né terra». Il 3 agosto 1916 ha inizio la relazione con Dino Campana, che si alterna tra momenti felici e fasi di estrema disperazione. Nel 1919, pubblica il romanzo Il passaggio, senza però raggiungere i successi di un tempo. Ha inizio una parabola discendente, non senza accenni di ritrovata creatività (si veda Orsa minore. Note di taccuino, del 1938). Muore in totale solitudine a Roma, il 13 gennaio 1960.